Lavori / Architettura

Ex caserma di Lupi di Toscana


PROGETTAZIONE PARTECIPATA

Il presupposto di questo progetto si fonda sul rapporto che esiste fra lo spazio urbano – pensato, progettato, costruito  – e lo spazio sociale, lo spazio che le persone vivono e abitano. Le trasformazioni urbane e i processi di riconversione dei luoghi, infatti, descrivono il mutamento del rapporto tra ambiente e società. Per questo si ritiene di fondamentale importanza cercare di comprendere in che modo i cittadini possono effettivamente essere parte della vita urbana incidendo, con le loro idee, sulle trasformazioni che avvengono nella città. Tenuto conto delle analisi svolte nella fase di ascolto della popolazione (si fa riferimento al progetto “non case ma città 2.0”), in questo lavoro si è provato ad approfondire alcune istanze emerse, per proiettarle nella materialità del progetto architettonico. In primo luogo attraverso brevi interviste a cittadini della zona, si è cercando di comprendere più nello specifico le posizioni degli abitanti rispetto all’housing sociale e alla sua integrazione con l’esistente, si è cercato di comprendere il rapporto delle persone con lo spazio pubblico e il verde urbano, e le possibili funzioni (commerciali, culturali, etc…) utili al contesto. Alla progettazione partecipata si è affiancata un’approfondita analisi del luogo oggetto di intervento attraverso lo studio della morfologia urbana, dei rapporti e delle interazioni dell’area con la città e con il paesaggio. L’area della Caserma Lupi di Toscana attualmente presenta la configurazione di un recinto isolato e chiuso al contesto urbano. Ciò è dovuto alla sua struttura di area militare e all’assenza di una trama viaria di connessione al resto della città. Inoltre, in tutta l’area, la carenza infrastrutturale è determinata dall’inadeguatezza della sezione stradale di via di Scandicci e dall’assenza del completamento del collegamento con viale Pietro Nenni ed è aggravata dai flussi di traffico veicolari verso le strutture ospedaliere. Proprio per questo il concept del “cuore verde” è legato al sistema della mobilità, perché il segno del cuore, non è altro che la viabilità tangenziale all’area, così da svincolare il traffico da via di Scandicci e fornire il nuovo insediamento di una propria autonomia urbanistica, anche se strettamente legata al contesto per le connessioni che si vanno a realizzare.

RISPETTO DELLE PREESISTENZE E SUOI VANTAGGI

Nella realizzazione del progetto architettonico e del disegno dello spazio urbano, si è tenuto conto, poi, delle trasformazioni che l’area interessata ha vissuto nel corso del tempo, del passaggio da territorio agricolo fino alle trasformazioni avvenute negli anni successivi. In relazione a questo dato e a quanto emerso dalle testimonianze di alcuni residenti e di chi ha vissuto all’interno della caserma, è sembrato di primaria importanza recuperare l’esistente, “far rivivere la caserma”, per dare continuità tra il nuovo progetto e le costruzioni esistenti, così da collocare il progetto architettonico in un percorso virtuoso di sviluppo urbano. Si è partiti proprio dal disegno urbano in continuità la composizione architettonica dell’ex caserma. Il progetto mira a recuperare i sei edifici a “C”, trasformandoli in piastra commerciale/direzionale, che fanno da cornice al grande parco urbano centrale che si apre proprio nel cuore verde dell’ex caserma. Oltre a questi edifici, anche la Palazzina Comando, verrà rifunzionalizzata, trasformandola in un centro associativo culturale, magari potrebbe diventare la sede dell’associazione “78° reggimento Lupi di toscana” famosa perché i “lupi” nel 1966 si buttarono nel fango dell’alluvione per salvare opere d’arte e civili in difficoltà. È importante che l’edilizia pubblica non venga percepita come separata dal contesto tutto e ad uso esclusivo di alcune fasce sociali e, a tal fine si coniuga l’edilizia sociale con l’edilizia libera, entrambe integrate con le funzioni commerciali, ricettive e direzionali in modo da ottenere una mixitè funzionale che garantisca nuova vita all’area. La riqualificazione dell’area tiene conto anche delle peculiarità intrinseche dei luoghi; a tale scopo l’area nord viene adibita a polo artigianale e impresariale per la promozione di attività di antiche lavorazioni ad alto livello qualitativo creando nuove opportunità per le nuove generazioni, in armonia con quanto presentato dall’ICOMOS all’ingresso di Firenze nel patrimonio UNESCO.

ORTI URBANI

Un altro aspetto rilevante riguarda il sistema del verde. L’area è caratterizzata dalla presenza di spazi verdi, ampie zone agricole che si intersecano all’abitato, una campagna urbana che attualmente non dialoga con il contesto. Tali spazi vengono immaginati come luoghi per il costituirsi di “spazi di relazione” e, al contempo, come spazi utili alla crescita dell’economia locale: diventano terreni agricoli e orti urbani, utili tanto ai residenti della zona quanto ai cittadini che risiedono altrove che potrebbero prenderli in affitto.  Questa nuova funzione, che rimanda senza dubbio alle funzioni produttive dell’area presenti in passato, ha la finalità di rimettere in moto la dimensione aggregativa intorno a quegli interessi propri delle giovani popolazioni delle città. Il sistema di orti condominiali sarà articolato all’interno degli edifici a corte, disposti intorno ad un polmone verde centrale, un parco che fungerà non solo da elemento di pausa del costruito ma anche da ulteriore attrattore per il luogo mentre l’area rimanente dentro e fuori il “cuore” che è la circolazione veicolare tangenziale, sarà destinata all’agricoltura privata.

 Data:
Dicembre 2016

Tipologia incarico:
concorso di idee

Team:
Progettazione architettonica: Pasquale Raffa (capogruppo), Arch. Luisa Romano
Progettazione impiantistica: GBidello Engineering & Partners srl
Progettazione del paesaggio: Arch. Stefania Benedini
Sociologo: Emilio Gardini

Localizzazione:
ex Caserma Lupi di Toscana, Firenze (FI) – Italia

Stato:
idea


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