Lavori / Architettura
Nuovo tempio socrem – Pavia
Mies van der Rohe, uno dei più grandi architetti del Novecento, fornisce la sua definizione di architettura affermando: “Chiarezza costruttiva portata alla sua espressione esatta. Questo è ciò che io chiamo architettura”. Con questa definizione Mies intende affermare che l’architettura non può ridursi a sola costruzione razionale limitandosi all’atto costruttivo, ma deve aspirare ad una rappresentazione del suo proprio valore, rappresentazione che -affinché il suo valore venga riconosciuto- è necessario sia precisa, compiuta con esattezza. In sostanza la forma deve essere rappresentativa della sua destinazione. Rifacendoci a tale assunto, abbiamo inteso realizzare un “oggetto” che fosse in grado di essere rappresentativo di un luogo interamente dedicato alla memoria, un luogo dove avere la possibilità di ritrovare i propri cari trasformando il sentimento di dolore e di perdita nel sentimento triste, ma dolce della memoria. Il tentativo, dunque, è quello di esprimere la memoria attraverso l’arte e l’architettura creando, come nel caso esemplare del tempio greco, un’opera plastica nel suo complesso. Ciò che proponiamo è una scatola compatta in cemento armato caratterizzata da un’unica forma di ornamento “scolpita” nelle facciate che reinterpreti in chiave del tutto moderna la simbologia delle sculture funerarie che caratterizzano il percorso lungo viali e stradine del Cimitero Monumentale. In quanto luogo della memoria, inoltre, il Nuovo Tempio dovrà offrire al visitatore uno spazio raccolto che possa trasmettere una sensazione di pace e conforto; per tale motivo si è scelto di posizionare all’interno dell’edificio una corte centrale che, oltre a richiamare esempi mirabili dell’architettura pavese quale ad esempio il Chiostro Piccolo della Certosa, mira a creare uno spazio di una classicità contemporanea in grado di esorcizzare la paura della morte mediante un’atmosfera di quiete, di sospensione dal tempo. Per interpretare il tema della morte – indubbiamente- è necessaria una particolare sensibilità. Gli elementi che si è scelto di utilizzare, dunque, sono pochi e semplici: la luce naturale che provenendo dall’alto ci riporta a quell’imperturbabile stato d’animo senza il quale non è possibile superare le avversità della vita; la doppia altezza centrale su cui si affacciano i due livelli che costituiscono il Tempio (il primo totalmente interrato); la presenza enigmatica dei tre cipressi che richiamando i tipici giardini cimiteriali creano la sensazione di un’area verde non umanizzata; i materiali e i colori ridotti ai minimi termini; le tonalità scure del cemento faccia vista opposte a quelle chiare del marmo che riveste i loculi.